giovedì 29 aprile 2010

Shelly, il primo mese insieme


E' bello notare che quando cominci ad interessarti ad un qualcosa, ti accorgi che in giro ti capitano sotto gli occhi tantissime cose che prima non avevi nemmeno guardato che la riguardano. Proprio l'altro giorno in libreria mi è capitato l'occhio su un vecchio libro, ma sempre attuale che avevo letto da bambina dopo aver visto il film d'animazione: “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepùlveda. Ricordo quanto mi piaceva il protagonista Zorba un gattone grande e grosso tutto nero. Mi rimasero impresse le ultime parole di quel libro, e rivedendolo nella libreria non ho potuto fare a meno di rileggerle e pensare alla mia Shelly, a come si rapporta con me e a come cresce ogni giorno un po' di più. La conosco sempre meglio ormai, comprendo piano piano il significato dei suoi diversi miagolii, e mi piace molto imparare a conoscerla, sentirla mia compagna di nottate in cui mi tiene sveglia perché vuole giocare ancora o quando mi sveglia in cerca di coccole, premendo il suo nasino contro il mio.

amore e shelly

L'altro giorno io e il mio ragazzo le abbiamo fatto il bagnetto, si può fare solo una volta al mese e ci siamo divertiti moltissimo! Inizialmente era terrorizzata ma poi si è lasciata lavare ed insaponare senza fare troppe storie, essendo abituata fin da piccola sarà stato normale per lei. Tutta bagnata sembrava un pulcino con gli occhioni! Poi l'abbiamo asciugata con il phon e contrariamente a ciò che immaginavo non ha avuto paura affatto, anzi sembrava contenta di sentire il calore dell'apparecchio e si è accoccolata sulle mie gambe facendosi asciugare tutta per bene. In seguito lei si è messa per un quarto d'ora buono a leccarsi il pelo.


bagnata 2

Shelly il 27 di aprile ha compiuto 3 mesi e ormai è un mese che sta con me, sarà proprio una bellissima esperienza vederla crescere! Già da quando l'ho presa è diversa e devo ammettere che mi dispiace un po' sapere che tra qualche mese sarà adulta, però penso anche che sarà una gran bella soddisfazione prendermi cura di un animale tutto mio. Sono certa che diventerà bellissima e spero che rimanga coccolona come lo è ora!

schiuma

giovedì 1 aprile 2010

Shelly, la mia nuova micetta

Dopo tanti anni di innumerevoli tentativi di far entrare un gatto a far parte della famiglia, domenica 28 marzo finalmente ci sono riuscita, ho convinto mamma! Per me è stato un colpo di fulmine, appena l'ho vista alla manifestazione dei gatti. Con mia grandissima sorpresa vedendo il suo temperamento docile, dolce e tranquillo, anche mia madre si è sciolta. E' una British Short-hair di appena 2 mesi, grigia con gli occhi arancioni e un po' all'ingiù che le danno sempre un'aria struggente ed espressiva.

L'ho chiamata Shelly, ispirata dal telefilm “The big bang theory” dove si cantavano una dolce canzoncina su un gatto, il protagonista si chiama Sheldon, da qui è nata l'idea. Infatti per farla addormentare mi piace cantarle la stessa canzoncina.

E' una vera coccolona! Le piace farsi accarezzare e non protesta nemmeno se la si prende in braccio sollevandola di peso da terra, al massimo se non le sta bene emette un piccolo miagolio di protesta. Dorme moltissimo, è normale per i cuccioli, anche tutti i gatti in generale passano la maggior parte del tempo a dormire o a poltrire, sono dei predatori veramente pigri. Appena si sveglia, si stiracchia, poi si lava il muso per riappropriarsi del proprio odore, si guarda intorno incuriosita e poi comincia a giocare e a fare l'agguato a qualsiasi cosa si muova nelle vicinanze. Le abbiamo comprato un topolino di peluche con la coda lunga a cui lei si aggrappa e gli salta sopra prendendolo a zampate. E naturalmente non può nemmeno mancare il gomitolo di lana per farla divertire, lo adora!

Già dal primo giorno non riuscivo proprio a capire il perché cercasse continuamente di piazzarsi sul mio computer, inizialmente era attratta dalle lucine che a volte si illuminano, ma poi ha cominciato ad insistere per mettersi sdraiata sulla tastiera. Poi ho notato che quando finalmente lo spegnevo il suo interesse per l'oggetto si placava misteriosamente. Immagino quindi che le piaccia sia per le luci, sia per il rumore della ventola, probabilmente rassicurante per le sue orecchie, ma io credo soprattutto per il calore che emana. E' stato divertente osservarla mentre si assopiva sulla tastiera, cliccando tutti i tasti, è proprio una micia nerd!

Il problema è che però si sveglia sempre verso il pomeriggio sul tardi, e non si addormenta finché non è veramente stremata, quindi moooolto tardi e anche se voglio andare a dormire lei cerca di attirare la mia attenzione perché si annoia o si sente sola. Spesso si infila sotto le coperte e comincia a mordermi i piedi, oppure ora che comincia a fidarsi un po' di più di me, si avvicina con la sua faccetta alla mia e con le zampette mi tocca la faccia per farmi svegliare e si struscia per farsi accarezzare. E' dolcissima quando lo fa, però non mi lascia dormire finché non ha ricevuto abbastanza coccole e finalmente si addormenta.

Ecco la canzoncina e il video del telefilm:

Soft kitty,

Warm kitty

Little ball of fur

Happy kitty,

Sleepy kitty

Purr, purr, purr...


giovedì 11 marzo 2010

A volte ritornano

A volte ritornano.
Cosa? Persone, amici, amori... ricordi.
Spesso tornano solo i ricordi. Ed è la cosa peggiore di tutte, il ricordo di una persona, l'alone che lascia su di te ti resta appiccicato addosso per sempre, senza possibilità di scacciarlo via. Spesso sono ricordi dolorosi, brutti, tristi, vergognosi... sono lo specchio di quello che provavamo, plasmato ad arte dalla nostra sensibilità. Potrebbero essere ricordi stravolti, riadattati, oppure semplicemente ricordi svaniti, lasciati a metà, morsi e poi gettati via perché fanno troppo, troppo male per essere ingoiati per intero.
Ora è tornato il suo ricordo. E' un qualcosa misto alla rabbia, al rancore, all'incomprensione, un boccone amaro come il fiele. Ma mio malgrado so, in cuor mio, che non era solo questo, ed è questo il ricordo che in assoluto mi ferisce di più: il sapere che lui non era cattivo, non era sua intenzione farmi del male come ha fatto, era solo irrimediabilmente stupido.
Dopo il ricordo di tutte quelle lacrime, di tutto quel dolore lacerante in mezzo al petto, se riesco a scansarlo solo per un momento, riaffiorano d'un tratto le cose più belle. Chiacchierate, mani strette l'una con l'altra, lunghi e interminabili abbracci, sorrisi, canzoni... E mi rendo conto che sono veramente tante le cose belle nascoste in un ricordo squallido e miserabile.
Non so se mi ferisca di più il fatto che probabilmente lui non si ricordi più le cose belle passate insieme, oppure se non si ricordi più di tutte le ferite che mi ha inflitto. Ferite che hanno ancora un segno indelebile sulla mia anima.
Mi rendo conto che, rimasta solo con il ricordo di queste cose, è come se lui fosse già morto, seppellito dalla mia indifferenza più che giustificata. Ma sentir parlare di lui, sentire che si interessa di come sto o di cosa faccio, mi fa spesso lottare con la mia coerenza: una parte di me vorrebbe perdonare per sempre, l'odio è un'emozione troppo forte per restare incastrata così tanto tempo dentro il petto di una persona; l'altra parte resta indifferente del tutto e cerca di non provare nulla di fronte a qualsiasi tipo di affermazione.

(Un piccolo pezzo tratto da un libro che devo ancora finire di scrivere...chissà forse un giorno riuscirò anche a finirlo!)

mercoledì 20 gennaio 2010

AVATAR


Questo spettacolare film è assolutamente da vedere sul grande schermo! L'emozione continua di ogni scena cattura lo spettatore lasciandolo incollato alla sedia. “Avatar” è un'avventura che va vissuta e goduta soprattutto con la vista, piena di paesaggi magici e sconosciuti, gli occhi di continuo si riempiono di bellezza e meraviglia, inghiotte lo spettatore in una sorta di sogno. Da una parte è proprio così che la vede il protagonista, un sogno reale che lo trasporta via dalla fredda realtà, che gli permette di vivere libero come vorrebbe.

E' il 2154 il nostro eroe è Jake Sully (Sam Worthington) un ex marine rimasto invalido che ha perso l'uso delle gambe. Morto suo fratello gemello, si ritrova a prendere il suo “avatar”, o come direbbe lui “si ritrova a fare lo scienziato”. Siamo su Pandora, un mondo simile alla Terra, abitato da creature umanoidi chiamati Na'vi, minacciati dalla presenza spietata degli umani, interessati solo ad un minerale prezioso che si trova nel sottosuolo del loro alberocasa, dove vivono. Gli "avatar" sono dei corpi ibridi con dna dei Na'vi mischiato con quello dell'umano a cui appartiene, in questo modo si ottiene lo stesso aspetto degli indigeni ma si conservano delle caratteristiche fisiche della parte umana. Spetta a Jake con il corpo del suo "avatar" e alla squadra di scienziati, convincere gli indigeni a spostarsi per via diplomatica, senza dover ricorrere all'uso delle armi. Con l'aiuto della figlia del capo, Neytiri (Zoe Saldana) Jake dovrà imparare i loro costumi e le loro abitudini, per diventare uno del popolo e guadagnare la loro fiducia.

Lo spettatore stesso comincerà a conoscere gli abitanti di quella terra, vivendo le avventure insieme a Jake, ormai diviso tra due realtà diverse: una dove sta imparando ad essere un cacciatore, a stretto contatto con un luogo pieno spirito e purezza, dall'altra ritorna al suo vero corpo con il limite di non poter muovere le gambe. In questo il regista e sceneggiatore James Cameron (che ha realizzato anche “Titanic”) ha veramente superato se stesso, sia con la craezione di un mondo con le proprie tradizioni e la propria cultura, sia mostrando l'umanità. Diversi tipi di umanità: quella dello spietato capitalista, quello del marine pronto a calpestare tutto per raggiungere l'obiettivo, ma anche quella di Jake che si affeziona sempre di più al popolo Na'vi.

Ma non si può di certo trascurare la spettacolarità delle tecniche di realizzazione del film che spesso mozzano il fiato! L'unione perfetta e fluida del digitale con il reale. Le mimiche facciali dei Na'vi sono assolutamente credibili e assomigliano straodianariamente agli attori che interepretano i personaggi. Il 3D non è troppo invasivo, dà rotondità ai paesaggi e rende molto meglio l'idea della prospettiva soprattutto nei combattimenti, facendoci assaporare con gli occhi il mondo di Pandora. In più non è da trascurare il fatto che questo film è stato ideato dall'inizio in 3D, non è solo una cosa in più da non prendere in considerazione.

Non è di certo il solito film con effetti speciali straordinari privo di una trama solida e interessante visto che, da una parte è comprensibile a pieno per il pubblico di massa e dall'altra, si può cogliere una profondità quasi allegorica che tiene bel salda tutta la struttura diagetica. La stessa importanza che si attribuisce alla natura, al rispetto per essa ,è resa molto bene senza essere troppo esplicita nei dialoghi, viene compresa semplicemente guardando il film. La genialità di James Cameron e l'insieme di tutte le caratteristiche del film ,raggiungono la perfezione!




mercoledì 13 gennaio 2010

06 GENNAIO 2010

06 Gennaio, ultima scintilla prima della normale routine di tutti i giorni...
I giovani tornano sui banchi di scuola e chi non aveva ripreso a lavorare il 7 gennaio non potrà di certo sfuggire! Eppure, come sempre durante l'Epifania (...che tutte le feste si porta via) è tradizione a Roma andare in centro, a piazza Navona in particolare, dove tantissimi stand restano allestiti dall'inizio delle feste fino al giorno della Befana. Le vetrine conservano la loro atmosfera natalizia. La gente si riversa per le piccole e le grandi strade del centro, ovunque c'è ancora aria di festa, come se volesse restare aggrappata e non lasciarci più...


Piazza Navona


Vetrina di "Cartier"


Decorazioni natalizie

Palazzo della "Fendi"


Vetrina di "Valentino"

mercoledì 9 dicembre 2009

PANCAKE / PIKELETS

Ogni tanto mi viene voglia di cucinare cose buone, ho sfruttato l'occasione di avere delle amichette/i di mia sorella il pomeriggio. Pioveva fuori e loro non sono potuti uscire, così da brava sorella maggiore mi sono messa a fare i Pancake!
La ricetta me l'ha data una mia cara amica di infanzia e ci siamo divertite più e più volte a farli insieme. In verità nella ricetta originale non si chiamano Pancake ma Pikelets, visto che non è quella tipica americana, viene dall'Australia e lì si chiamano in modo diverso, ma sostanzialmente sono identici.




Ingredienti:

2 uova
2 bicchieri di farina lievitante
1 e mezzo di latte intero
3 cucchiai di zucchero.



Preparazione:

Sbattere in una terrina le due uova e lo zucchero con una frusta.
Aggiungere un poco per volta la farina lievitante setacciata, intervallando di tanto in tanto un po' di latte per avere un impasto sempre piuttosto liquido.
Una volta finito di aggiungere la farina e il latte mescolare forte l'impasto fino a veder comparire delle bollicine d'aria. Lasciare 5 minuti a riposo prima di cuocere.

Prendere una padella antiaderente e sciogliere un po' di burro per non far attaccare i Pancake durante la cottura. Con un mestolino, bisogna mettere un po' di impasto nella padella dando una forma tondeggiante, potete farli della dimensione che volete, ma non eccessivamente grandi poichè dentro non potrebbero cuocersi bene. Appena compaiono le prime bollicine sulla superficie del Pancake in cottura, con una forchetta girare dall'altro lato. Continuare così per gli altri Pancake.

Sono ottimi accompagnati da: sciroppo d'acero, zucchero a velo, miele, nutella o cioccolata fusa, e marmellate a scelta.



giovedì 26 novembre 2009

(500) GIORNI INSIEME

(500) Days of Summer” è il titolo originale di questa bizzarra commedia sentimentale. Diretto da Marc Webb, primo film dopo aver girato alcuni video musicali, e prodotto dalla 20th Century Fox.

La trama è sicuramente molto particolare, grazie alla capacità del regista e degli sceneggiatori (Scott Neustadter e Michael Weber) di manipolare una semplice storia d'amore, che viene assaporata dallo spettatore nel dettaglio, vivendo giorno per giorno; non nella sua interezza come siamo solitamente abituati.
Lei è Summer (Zooey Deschanel) che nella traduzione italiana si chiama Sole, una graziosa ragazza che non vuole innamorarsi né avere storie serie. Lui è Tom (Joseph Gordon-Levitt) un inguaribile romantico che ha sempre sognato il vero amore. Il film ci mostra saltando da un giorno all'altro il loro incontro, i loro litigi, la loro relazione, le loro incomprensioni, fino ad arrivare al giorno (500). I pezzetti del puzzle si costruiscono a poco a poco, prendendo un po' dall'inizio del conteggio e un po' dalla fine, e ci viene mostrato tutto dal punto di vista di Tom. Lo spettatore assiste in maniera obiettiva e riesce ad avere lentamente una sua idea di ciò che ha visto.
La trama non segue quindi, una costruzione lineare.

Essendo una commedia non mancano di certo le risate, ma vengono sottolineati anche gli aspetti più tristi dell'innamoramento. Le situazioni, le coincidenze e la crudezza di alcuni concetti, fanno stringere spesso il cuore, poiché è rappresentato il tutto con una semplicità quasi disarmante ed è ciò che rende vero e realistico il rapporto tra Sole e Tom e le loro vite. Lo spettatore divora ogni inquadratura con avidità godendosi i “Giorni di Summer” fino a raggiungere l'inaspettato finale.

martedì 24 novembre 2009

EMOZIONI

No, no!
Non dormire. Non addormentarti, non adesso.
Per nessuna ragione al mondo non farlo! Sai che succederà se ti addormenti, quindi non farlo, se non puoi tenere gli occhi aperti, fingi solamente di dormire.
Si lo so, lui ti guarda e ti accarezza i capelli, tu riesci a sentire che è sveglio. Ti osserva, sembra quasi una mania! Ma non badarci ora, non pensare che ogni volta che chiudi gli occhi in verità riesci a vedere ancora il suo sguardo su di te, che ti fissa e non ti lascia sfuggire, lui è l'unico che ti vuole bene davvero e che gli importa solo di proteggerti, gli importa solamente di questo. È per questo che ora è qui nel tuo lettino e ti dorme accanto, sono due settimane che fa sempre così e non negare che ti faccia piacere! Non mentire a te stessa.

Ti ha dato un regalo quel bambino che ora ti dorme accanto, ha solo 12 anni ma ne dimostra tanti di più, ha l'aspetto di un bambino invecchiato troppo presto. Con quegli occhi di un adulto scuri come la notte e duri come la roccia, non parla mai con gli altri, parla solo con te perché finalmente ti ha notato, è l'unico che ha capito quanto sei bella e che passa sopra a tutti i tuoi stupidi problemi che la gente troppo spesso si stufa di sentire. Quante volte ti hanno lasciato sola, anche se fingevano di starti vicini? La solitudine si insinuava nel tuo cuore come un serpente che si mangiava tutto ciò che volevi raccontare, se lo ingoiava tutto quello che avresti voluto confessare, e quando aprivi la bocca per parlare le parole non uscivano.
Mai.

Eppure arriva questo bambino già grande e ti regala il “cristallo magico”, bellissimo e trasparente ma in verità cambiava colore a seconda delle emozioni di chi lo stringeva tra le mani o lo indossava al collo. Lo tenevi sempre in tasca prima che ti venisse sottratto, ed era vero che cambiava colore! Dal giorno che te lo regalò l'hai lasciato entrare a casa tua, Raul, dorme da quella dannata volta sempre con te, di nascosto, scappando di casa ogni notte.

No!
Ti prego apri gli occhi!
Lo so che non dormi da 2 giorni ma resisti non devi dormire!
Ricordi cosa è successo l'altra volta? Per colpa tua, per colpa di Raul e del suo cristallo!
Tuo padre è rientrato a casa ubriaco come al solito e come al solito aveva voglia di sfogarsi con qualcuno. Per questo che porti sempre le magliette a maniche lunghe anche d'estate, sei obbligata per non mostrare i lividi che ti lascia quando scarica su di te il fatto che lui è un fallito. Hai solo 11 anni ma da sempre ti mette le mani addosso.
Prima che ti desse quello schiaffo lacerante hai toccato il cristallo, quasi d'istinto, per farti proteggere da Raul.
Hai visto con la coda dell'occhio che era divenuto rosso carminio.
Era rabbia.
L'hai stretto così forte che ti sono rimaste delle ferite sulla mano e potevi sentire l'odore di sangue nell'aria.
Lui ti ha colpito e tu hai desiderato che morisse.
Il giorno dopo, tuo padre era sparito. Hai pensato che si fosse ubriacato di nuovo e si fosse addormentato in macchina non potendo guidare, ma a casa non è più tornato.

Quella stessa notte ti ricordi che cosa hai sognato, vero?
C'era tuo padre che si soffocava con del cibo e moriva. La mattina avevi ancora in testa le sue urla agonizzanti, tu nel sogno gli stavi davanti e non hai mosso un dito.
E hai visto gli occhi di lui. Di Raul.
Istintivamente non hai più avuto paura.

E non è successo solo a tuo padre!
La settimana dopo, ti ricordi?
Quell'impicciona dell'insegnante ti toccò un po' troppo forte la spalla che ancora ti doleva dai lividi, e hai urlato.
Raul d'istinto si girò verso di te, assumendo quell'espressione strana che fa anche quando ti osserva dormire. Perché lui... non dorme mai.
L'insegnante si accorse dei lividi e voleva chiamare gli assistenti sociali. Non volevi!
Hai stretto più forte che potevi il cristallo riaprendo le ferite sulla mano già logorata. Era tutto nero stavolta.
Era paura.
Hai desiderato che non facesse più male a nessuno.
Raul era vicino a te anche come sempre.

La notte stessa hai sognato una cosa orribile.
La tua maestra in un vicolo, massacrata e violentata.
Riuscivi a sentire il disgustoso odore del suo sangue sull'asfalto bagnato, mischiato con la pioggia fittissima che cadeva su quel corpo senza vita.
E tu anche quella volta esattamente come la prima non ti sei mossa, non hai cercato di aiutarla. E di nuovo quegli occhi scurissimi che ti fissavano onniscienti, troppo vicini! Raul, ancora lui.
L'insegnante non si presentò mai più a scuola.

Si, lo so. Hai provato a parlarne!
L'hai detto a tua madre, hai cercato di spiegarle del cristallo, e di Raul che comincia a farti paura.
Ma lei ti ha preso per pazza e quando hai provato ad insistere, ti ha ordinato di consegnarglielo subito.

Ecco perché non puoi ora dormire!
Quando gliel'hai passato era tutto blu e l'hai stretto forte, per l'ultima volta.
Era tristezza e raccapriccio.
Hai desiderato che te lo potessi riprendere.
Non sei riuscita a reprimerla, quell’emozione ti ha completamente inghiottita.
Sai che non puoi più dormire adesso.
E gli occhi di Raul li senti ancora addosso.
No, no! Non adesso!
Non dormire!
Non dormire.
Non dormire...

martedì 17 novembre 2009

NEMICO PUBBLICO


Ambientato nel 1933 il film “Nemico pubblico” (“Public Enemies”) di Michael Mann rende perfettamente l'idea degli anni di Grande Depressione americana grazie ad una ricerca quasi maniacale dei dettagli che questo regista ama fino a toccare l'eccesso. Stavolta la macchina da presa è dinamica, veloce e imprevedibile, tanto che spesso lo spettatore rimane disorientato. Fa risultare il film molto più angosciante, non rimane fluido, dà una continua sensazione di disagio che sembra preannunciare un inevitabile finale tragico.
La trama del film è stata tratta da un saggio di Brian Burrough dove esaminava l'operato dell'FBI nel periodo della Grande Depressione e in particolare del famoso John Dillinger un criminale che rapinava banche con la sua stretta banda da amici, realmente esistito in quegli anni che mise in una situazione difficile l'FBI che cercava di catturarlo.

Abbiamo Johnny Depp per la parte di John Dillinger e Christian Bale nella parte di Melvin Purvis detective assegnato al caso, modellati poi nelle mani di Mann che gli assegna personalità forti e sicure, ma al contempo in contrasto tra loro. Ci sono infatti punti di incontro evidenti tra il personaggio di Dillinger e quello di Purvis: sanno entrambi fare il proprio lavoro e sono persone di un certo rilievo nel loro campo, eppure il criminale si presenta come un gentiluomo per così dire nel rapinare banche, mentre Purvis non si fa affatto scrupolo dall'usare tutti i mezzi possibili per arrestarlo vivo o morto.
Non manca una love-story tra John Dillinger e una donna incontrata in un locale, il protagonista appare come un gangster romantico con dei principi morali, che crede nelle salde amicizie.

Forse sarà rimasta delusa quella parte di pubblico che si aspettava di vedere sul grande schermo un storiella leggera piena di azione, pallottole e un po' di commedia. Eppure il film è così originale e ben realizzato sia dal punto di vista della sceneggiatura, sia da quello registico, che in verità non risulta affatto la classica storia di gangster che lo spettatore medio è abituato a vedere. Per il resto del pubblico sicuramente il film è stato molto apprezzato.

domenica 8 novembre 2009

MICRO PULLIP E DAL


Tredici
Un bellissimo regalo dagli amichetti informatici una micro Pullip (vestita tutta di nero) e una micro Dal (quella vestita da infermiera).


Nori